Milan, traballa Pioli: quattro i possibili sostituti

I recenti risultati altalenanti del Milan in campionato stanno spingendo sempre di più Elliott verso il cambio alla guida tecnica il prossimo anni. Andiamo ad analizzare nel dettaglio su quali piste stanno lavorando i rossoneri.

 

Pari deludente

Tre pareggi nelle ultime cinque gare di campionato e un cammino che si è rallentato non poco, nonostante una testa della classifica conservata. Il Milan che si sveglia nel post Udinese si interroga sulle chance di scudetto ma, soprattutto, sul futuro.

 

Trequarti spenta

L’1-1 di ieri sera ha messo in evidenza le lacune che caratterizzano il Milan almeno nell’ultimo mese e mezzo, ovvero la poca incisività in attacco e il periodo non esaltante che stanno vivendo molti giocatori, soprattutto dal centrocampo in sù. Brahim Diaz, Messias e Saelemaekers, infatti, appaiono con le polveri bagnate e incapaci di supportare con efficacia l’azione offensiva di Olivier Giroud.

 

Incognita Leao

Se a questi elementi aggiungiamo l’incognita che riguarda Rafael Leao, inoltre, il quadro appare completo. Il portoghese, a un passo dal rinnovo di contratto con il Milan, infatti, si accende a sprazzi, alternando prestazioni devastanti ad altre in cui sembra irritante e privo della scintilla che possa accendere l’attacco.

 

Pioli traballa

In questo scenario, ovviamente, non può non rientrare la questione allenatore. Stefano Pioli, infatti, nonostante un fresco allungamento del contratto per altri due anni con il Milan, è tutt’altro che sicuro di essere ancora la guida tecnica della prossima stagione. Elliott ha optato per il rinnovo con l’obiettivo di dare una autorità nello spogliatoio, soprattutto davanti ai giocatori. Tutto questo, però, è destinato a non concretizzarsi a partire dalla prossima stagione.

 

Successione aperta

Il Milan, così, ha iniziato a sondare il terreno in vista del campionato che verrà, consapevole che, senza l’agognato scudetto, le strade dei rossoneri e del mister parmense sono destinate a separarsi. Nella mente del fondo americano, al momento, si annidano quattro ipotesi per la sua successione.

 

Pista francese

Il primo nome a cui guarda il Milan è quello di Rudi Garcia, ex tecnico della Roma e ora disoccupato dopo l’ultima esperienza alla guida dell’Olympique Lione. Il francese ha già avuto esperienza in serie A, avendo allenato i giallorossi per due anni e mezzo, prima dell’esonero avvenuto a gennaio 2016.

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Portoghese internazionale

Come seconda alternativa, invece, il Milan penserebbe a Paulo Fonseca. Ex della Roma anche lui, Fonseca rappresenterebbe quel profilo internazionale che al Milan ritengono essenziale per compiere il famoso salto di qualità. Nonostante una avventura giallorossa conclusa con amarezza, il portoghese ha saputo condurre i giallorossi fino alla semifinale di Europa League, facendosi eliminare da una corazzata come il Manchester United.

 

Soluzione Italiana

La terza via, invece, quella orientata al bel gioco conduce, invece, a Vincenzo Italiano. L’attuale allenatore della Fiorentina, dopo aver salvato in modo miracoloso lo Spezia la scorsa stagione, sta proseguendo nel suo credo in Viola. La sua idea di gioco e la sua tattica sono marchi ben visibili nelle trame di gioco dei toscani e ciò rende questa ipotesi valida, contando l’identità che il Milan acquisirebbe affidandosi alle mani dell’ex mediano di Padova e Chievo.

 

La suggestione

L’ultima idea, quella più suggestiva, oltre che più difficile, invece, conduce ad Antonio Conte. Il manager del Tottenham, che ha condotto l’Inter allo scudetto lo scorso anno, non sta vivendo bene la sua nuova avventura londinese e qualche settimana fa ha confessato di voler tornare in Italia un giorno. Il Milan, in questo caso, sarebbe la sua ennesima sfida, dopo quella con i nerazzurri e il triennio alla Juventus, che gli ha portato in dote tre scudetti, oltre a una separazione burrascosa.

Milan

 

Ingaggio poco sostenibile

In questo caso, però, le criticità sono molteplici. In primis, ovviamente, il lato economico. Conte, infatti, percepisce 18 milioni di stipendio dal Tottenham, una cifra al momento fuori portata e incompatibile con la filosofia della sostenibilità imposta da Elliott.

 

Mercato importante

Non c’è da dimenticare, inoltre, che il tecnico salentino poco si concilia con l’aziendalismo che caratterizza Stefano Pioli. Ingaggiare Antonio Conte, infatti, significherebbe per il Milan dare carta bianca al tecnico sul mercato, accontentandolo in ogni sua richiesta benché esosa. Un esempio perfetto di questo fu l’ingaggio di Romelu Lukaku ai tempi dell’Inter. Il belga fu una precisa e imprescindibile richiesta per rinforzare l’attacco dell’Inter che, per assecondare le necessità del suo allenatore, sborsò ben 85 milioni di euro al Manchester United per portare a Milano Big Rom.

 

Mentalità vincente

I vantaggi che avrebbe il Milan, tuttavia, sarebbero notevoli, e giustificherebbero un investimento così importante. La mentalità vincente che Antonio Conte è in grado di iniettare nella testa dei suoi giocatori, infatti, consentirebbe a Elliott di aprire un ciclo vincente, rendendo i rossoneri competitivi in Italia e, dopo tanti anni, anche in Europa.