Sono tre sono i simboli che sono raffigurati generalmente sulle monete di euro spagnole: l’effigie del Re, il ritratto di Miguel de Cervantes e la Cattedrale di Santiago di Compostela. Attualmente sono in circolazione tre serie di monete, tutte ugualmente valide. Nel 2010, per la seconda serie prodotta, ai disegni sono state anche apportate lievi modifiche per renderli conformi alle linee guida comuni che sono state emesse dalla Commissione europea come ad esempio, l’anno che è stato iscritto nel disco interno della moneta.
€2 spagnoli
Le monete della prima e della seconda serie prodotte, recano incise un ritratto del Re Juan Carlos I di Borbone. Nel 2015 la Spagna ha introdotto poi una terza serie di monete sia da €2 che da €1, su cui compare raffigurato il ritratto di Re Felipe VI e la scritta “ESPAÑA 2015”. Il marchio di zecca è stato invece riportato sulla destra dell’effigie.
Un’altra moneta da 2 euro spagnola presente al Dritto un’immagine di Don Chisciotte con in mano una lancia e sullo sfondo due bei mulini a vento. Sulla sinistra, come già detto sopra, è presente la scritta “ESPAÑA”, mentre al di sotto della scritta si trova il segno della zecca di Madrid, una “M” coronata. Sulla parte esterna ci sono invece le classiche e ormai note 12 stelle a cinque punte, che rappresentano il simbolo dell’Unione Europea, di cui quattro sono rappresentate in incuso.
Altre monete da ricordare
- 50 cent: esse recano il ritratto di Miguel de Cervantes, ovvero il padre della letteratura spagnola, in occasione dell’ “universalità dell’uomo e del suo lavoro condotto”;
- 20 cent e 10 cent: queste belle recano sempre il ritratto di Miguel de Cervantes;
- 5 cent: le monete da 1, 2 e 5 cent presentano l’immagine della cattedrale di Santiago de Compostela, uno dei gioielli dell’arte romanica spagnola più importanti, fra le più famose mete di pellegrinaggio di tutto il mondo. È inoltre ben visibile la facciata monumentale dell’Obradoiro, ovvero lo splendido esempio di Barocco spagnolo, la cui costruzione è stata all’epoca avviata nel 1667 da José del Toro e da Domingo de Andrade e completata poi nel XVIII secolo da Fernando Casas y Novoa.