Bollo auto: chi non paga a partire dal prossimo anno?

La tassa automobilistica più nota come “Bollo auto” è un tributo locale che è previsto dall’amministrazione finanziaria italiana, che grava su tutti gli autoveicoli e i motoveicoli immatricolati nella Repubblica Italiana e il cui versamento è a favore delle Regioni di residenza. Sembra proprio che il governo sia finalmente intenzionato ad abolire questa tassa dedicata alle auto con una potenza maggiore di 251 CV.

La fine del superbollo è vicina?

Il governo presieduto da Giorgia Meloni pare che stia concretamente pensando di abolire questo superbollo, tassa aggiuntiva applicata alle vetture che superano la potenza di 185 kW. L’esecutivo pare che starebbe valutando proprio l’eliminazione di una serie di micro-imposte che, a quanto sembra, portano delle entrate ridotte per le casse dello Stato.

La lista definitiva di queste tasse da abolire è ancora da stilare da parte del ministero dell’Economia, tuttavia sembra comunque che tra queste ci sia anche quella che risulta una delle più odiate da tutti gli automobilisti. Quest’attuale superbollo è stato introdotto più di 10 anni fa con il governo Berlusconi ma è stato poi reso effettivo nel 2011 dal governo Monti, che ha abbassato il limite di potenza e che aumentato la tariffa al kW, con il decreto Salva Italia.

Il superbollo prevede che, al bollo auto stabilito da ogni singola Regione, venga aggiunta perfino una quota di altri 20 euro per ogni kW oltre i 185: quest’imposta aggiuntiva era stata prevista con l’obiettivo di raccogliere un maggior gettito fiscale da parte dei proprietari di tutte quelle auto di lusso, ma l’introduzione effettiva del superbollo ha avuto esclusivamente effetti negativi per il minor gettito per lo Stato.

Fin dal primissimo momento della sua introduzione il bollo aggiuntivo è stato davvero molto criticato e non sono mancati affatto i vari tentavi, che sono stati poi più o meno concreti, di abolirlo definitivamente, una volta per tutte. Fino ad oggi comunque il superbollo è rimasto e nei prossimi mesi rimarrà ma non ci resta che aspettare per vedere se la volontà del governo, supportata da una larga maggioranza all’interno del parlamento, sarà davvero quella di eliminare questa tassa parecchio discussa da sempre.