Canone Rai, la novità lascia senza parole: ecco il nuovo prezzo

Il Canone Rai riesce da decenni interi a mettere daccordo quasi tutti gli italiani in quanto condizione “fastidiosa” e forma di pagamento obbligatori apparentemente ingiusto per molti. Infatti il Canone Rai, che in realtà è una vera e propria forma di tassa televisiva legata non all’utilizzo ma alla proprietà dello strumento in questione, è stato nel corso dei decenni sottoposto a modifiche che ne hanno aumentato l’efficacia ma che non hanno assolutamente reso meno “antipatico” il Canone.

Canone Rai

Una nuova scelta da parte delle forze di governo potrebbe portare il Canone Rai ad una nuova importante modifica ed un nuovo prezzo.

Di cosa si tratta?

Canone Rai, la nuova proposta sul tavolo: cosa cambia?

Canone Rai

Il Canone Rai esiste concettualmente addirittura da molto prima della diffusione della TV, essendo la forma “evoluta” della tassa sul possesso degli apparecchi radio, che poi con il boom economico ha iniziato a riguardare anche le TV, diffusissime con il proseguo del 20° secolo fino ad oggi. In Italia si è scelta una strada basata sulla contunuità rispetto ad altre nazioni che hanno se non eliminato, quantomeno “spostato” il corrispettivo del pagamento del Canone Rai su altri lidi.

Nel nostro paese il Canone Rai è legato alla bolletta della Luce dal 2016, in una condizione rateizzata, pari a 10 rate da 9 euro l’una per 10 mesi, con un totale di 90 euro annui, ridotti da 113 rispetto al bollettino tradizionale da pagare.

Questa condizione è quella favorita anche per il futuro, anche se resta comunque poco gradita: al netto dei proclami dei vari governi che si sono susseguiti, appare difficile rendere il Canone Rai qualcosa di più appetibile ma allo stesso tempo sufficientemente utile per le casse dello stato.

Una nuova proposta da parte del Ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti che ha sviluppato l’idea diincludere il Canone Rai nel canone mensile delle tariffe del cellulare, in questo modo si potrebbe effettivamente considerare una quantità maggiore di entrate per le casse dello stato, in quanto la funzione della tassa televisiva (che è basata sul possesso  e non sull’utilizzo, come detto, dell’elettrodomestico, infatti è “fissa”) è quella di foraggiare lo sforzo del servizio pubblico, che viene a sua volta tassato dallo stato.

In questo modo data l’importante mole di linee fisse nel nostro paese, che corrispondono ad oltre 100 milioni di utenze, si andrebbe incontro ad una riduzione dell’importo.

Però al momento è solo un’idea: sicuramente per tutto il 2024 la formulazione resterà quella corrente, e non subirà cambiamenti prima del 2025.