Pensione a 64 anni: ecco chi può richiederla

La pensione anticipata a 64 anni di età con 38 anni di contribuzione è una prestazione economica erogata, a domanda riferita a tutti i lavoratori dipendenti ed autonomi che maturano, entro la data del 31 dicembre del 2022, un’età anagrafica di almeno 64 anni e con un’anzianità contributiva minima di 38 anni.

La prestazione spetta sicuramente ai lavoratori iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO) che comprende il Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti e tutte le gestioni speciali per i lavoratori autonomi quali artigiani, commercianti, coltivatori diretti e coloni e alle forme sostitutive ed esclusive della stessa che sono gestite dall’INPS.

Alla prestazione non può sicuramente accedere il personale appartenente alle Forze armate, il personale di Polizia e di Polizia penitenziaria oltre che il personale operativo del corpo nazionale dei Vigili del fuoco e il personale della Guardia di finanza. La disciplina delle decorrenze è diversificata a seconda del datore di lavoro, che sia pubblico o privato, ovvero della gestione previdenziale che si trova a carico.

I lavoratori dipendenti dai datori di lavoro diversi dalle pubbliche amministrazioni e tutti i lavoratori di tipo autonomo, che maturano i prescritti requisiti a decorrere dal 1° gennaio del 2022, possono conseguire al diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico non appena trascorso un arco di tre mesi dalla maturazione dei requisiti.

Ma che cosa vuol dire, esattamente, andare in pensione a 64 anni?

La pensione anticipata a 64 anni di età con 38 anni di contribuzione non è affatto cumulabile con i redditi derivanti da un’attività lavorativa, svolta anche all’estero fatta eccezione, però, per quelli derivanti dal lavoro autonomo occasionale nel limite di 5.000 euro lordi annui. Questa incumulabilità si applica per tutto il periodo intercorrente tra la data di decorrenza della pensione e la data di maturazione del requisito anagrafico per la pensione della vecchiaia.

La produzione dei redditi derivanti da un’attività lavorativa diversa da quella autonoma occasionale, ovvero la produzione dei redditi derivanti dal lavoro autonomo occasionale oltre il limite dei 5.000 euro lordi annui comporta comunque sia una sospensione dell’erogazione del trattamento pensionistico nell’anno di produzione dei redditi e anche l’eventuale recupero delle rate di pensione corrisposte.