Hai la moneta da 1 euro della Germania del 2009? Ecco quanto vale

Quasi subito l’euro è divenuto qualcosa di polarizzante soprattutto nell’ambito collettivo, soprattutto quando si discute della differenza rispetto al passato in ambito di abitudini e di potere d’acquisto. Anche dal punto di vista collezionistico vediamo che le emissioni da 1 e 2 euro sono quelle più riconoscibili e spesso maggiormente ricercate, anche per motivazioni che sono semplicemente legate all’aspetto collezionistico e culturale.

In queste righe di oggi analizziamo la moneta tedesca da 1 euro che presenta la raffigurazione dell’aquila che corrisponde ad uno dei simboli araldici della nazione della Germania, che lo ha adottato definitivamente nella propria simbologia con l’unificazione e l’istituzione dell’impero d’inizio Ottocento. Ancora oggi l’aquila è considerata un vero e proprio simbolo di fierezza e di forza, ed è anche stata scelta come raffigurazione sulle monete da 1 e 2 euro tedesche sin dal 2002 fino ad oggi.

Quello che risulta evidente in queste monete sono le lettere presenti su un lato dell’aquila, per quanto riguarda le monete da 1 e 2 euro, che possono presentare in piccolo la A, la D, la F, la G e la J a seconda della città che si è occupata della loro coniatura. L’aquila ha un forte potere evocativo per i locali e la sua incisione è stata curata da due esperti, Heinz Hoyer e Sneschana Russewa-Hoyer.

Ma quanto vale una moneta da 1 euro con l’aquila?

Di norma dobbiamo dire che non vale chissà quanto dato che si tratta di emissioni rare, eppure alcuni esemplari corrispondenti a certe annate possono anche valere molto di più se si trovano in condizioni buone come ad esempio è il caso delle monete del 2004 e del 2008 che provengono dalla Zecca Stoccarda (F) e da quella di Karlsruhe (G) dalle quali derivano le monete più rare che possono valere anche più di 40 euro.

Discorso diverso però è quello che vale per alcuni errori di conio, come alcuni rari esemplari che sono stati messi all’asta anche per migliaia di euro. Qual è la particolarità? Beh, si parla di assenza dei segni di zecca così come vale anche per l’anno di coniatura.