Se trovi le 500 Lire di carta sei ricco: ecco l’incredibile valore

Le 500 lire di carta sono uno dei pezzi storici più importanti e soprattutto più ricercati di tutta la numismatica italiana .Esse vennero stampate in Italia per la primissima volta nel 1874 dalla Banca Nazionale nel Regno d’Italia durante il Regno D’Italia con il Re Vittorio Emanuele II. In origine, questa banconota italiana, veniva stampata soltanto da un lato e riportava la scritta della “Banca Nazionale“, lo stemma delle città di Torino e Genova, il busto di Cristoforo Colombo e, ovviamente, il valore della stessa.

Le dimensioni dei primi esemplari di 500 Lire di carta erano 220 x 130 mm. Quel che non si sa su queste banconote è che sono davvero molto ricercate dai collezionisti più appassionati ma non solo. Esse infatti se tenute in buono stato possono valere anche 3.000 euro: una cifra veramente interessante e soprattutto degna di nota.

Parlando, ad esempio, delle banconote del Banco di Napoli, se tenute in buono stato possono arrivare a valere anche fino a 7.500 euro. Una banconota raffigurante, invece, Leonardo da Vinci stampata nel 1903 e restaurata può assumere un valore di addirittura 6.500 euro e questo ci fa comprendere che anche se la banconota è stata restaurata, mantiene ugualmente un grande valore economico.

Successivamente, la Banca d’Italia apportò ulteriori modifiche alla prima banconota da 500 lire, banconote che vennero illustrate dall’artista Senese Rinaldo Barbetti nell’anno 1896, un’edizione particolare che venne chiamata anche “Grande C“. E sapete perché? Per via della dimensione della “C” della parola “Cinquecento”. La stessa banconota seppur con piccolissime varianti fu stampata anche nel 1950 e venne dichiarata però fuori corso nel 1953.

Da citare sono però anche le 500 lire di carta di Capranesi con la mietitrice e con il gruppo scultoreo di Cantalamessa. Queste sculture rappresentano l’industria, l’agricoltura e il commercio. Il gruppo scultoreo che nasce dallo scalpello di Nicola Cantalamessa Papotti che poi nel 1930 vennero comunque rimosse per tutelare la stabilità della facciata stessa.

Intorno a questa raffigurazione del monumento c’è anche una corona di foglie e due ovali leggermente piccoli che affiancano quello centrale. Posto a destra c’è inoltre il cerchio riservato alla filigrana mentre a sinistra quello che raffigura l’aquila reale con lo stemma sabaudo.